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Fontana del Nettuno
Il monumento simbolo della città di Bologna, la Fontana del Nettuno del Giambologna, in realtà era nata per una diversa destinazione: il Giambologna, infatti, progettò la fontana per partecipare al concorso indetto dai Medici per la fontana di Piazza Signoria a Firenze, progetto vinto da Filippo Ammannati, protetto di uno dei giudici, Giorgio Vasari.
Indignato, Giambologna propose il suo progetto ai bolognesi per dimostrare la sua maggiore abilità tecnica, dimostrazione riuscita solo in parte poiché i committenti, per questioni di decenza, imposero alcuni limiti alle estreme trovate tecniche dello scultore.
La Fontana è uno dei massimi esempi scultorei dell’Italia rinascimentale. Caratterizzata da uno straordinario equilibrio compositivo tra la pacatezza delle pose e l’acuta torsione del corpo, così accentuata da dare un movimento a spirale all’intera scultura, costringendo lo spettatore a girarci intorno per coglierne tutta la bellezza.
La prominente virilità del Nettuno scandalizzò i contemporanei, i quali imposero di limitare alcuni degli estremismi del Giambologna, soprattutto per quel che riguardava la torsione della gamba, onde evitare di mostrare i genitali verso la basilica.
Il Nettuno tiene ben saldo il tridente e con la mano protesa dinanzi a sé è in procinto di calmare le acque. Sulla base, quattro angeli zampillanti (simbolo dei venti), quattro putti con delfini e quattro sirene (simbolo dei continenti) nell’atto di spremersi i seni facendo sgorgare acqua anziché latte, celebrano la potenza del Dio dei Mari.

